Lago di Erdemolo e sentiero delle Creste – 30 giugno

Escursionismo

Si parcheggia vicino al campo sportivo per imboccare il sentiero (325A) che ci porta al park a pagamento di Frotten e da lì, seguendo il sentiero 325, al Lago Erdemolo (1994 m). Dal Lago si raggiunge (se possibile)  il Pizzo Alto  e si scende al Passo del Lago (2213 m). Da qui inizia la traversata di cresta sotto le cime che formano l’anfiteatro attorno al Lago Erdemolo (Monte del Lago, Cima Cavè, Cima delle Lepri). Ai piedi del Sasso Rotto, un’ultima breve salita ci porta alla forcella dalla quale si scende con vista sul rifugio Sette Selle che si raggiunge (1978 m). Discesa con il sentiero n. 343 fino alla località Frotten e da lì a Palù del Fersina.

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Traversata est-ovest delle Pale di S. Martino – 14 luglio

Escursionismo

Qualcosa di grande! Un percorso d’altri tempi, senza appoggi o altre soluzioni, con 1800 metri di montagna, di isolamento e di silenzio. Si respira l’aria delle Dolomiti più tranquille. È sicuramente l’accesso all’altopiano delle Pale più faticoso ma non per questo meno suggestivo. Percorrere la Val d’Angheràz e risalire il Vallon dell’Orsa senza incontrare anima viva è una cosa tanto rara quanto piacevole. L’itinerario proposto, riservato ad escursionisti ben allenati, intende attraversare da Est a Ovest, da Col di Prà (BL) a San Martino di Castrozza (TN), le Pale di San Martino percorrendo la solitaria e selvaggia Val d’Angheràz. Lo strano nome deriva dal tedesco hanger = gancio e si riferisce all’anghier, un attrezzo utilizzato fino alla prima metà del ‘900 dai “menadàs”, i fluitatori di legname, che serviva per spostare i tronchi degli alberi che per comodità venivano traghettati a valle facendoli galleggiare nelle acque impetuose del torrente Tegnas (letteralmente Angheràz significa “Valle del brutto gancio”). Già l’ingresso nella Valle di San Lucano e nel successivo Vallon d’Angheràz obbliga l’escursionista a guardare in alto per ammirare le immani pareti dell’Agnèr (2872 mt) e delle Pale di San Lucano, tra cui spicca lo Spiz di Lagunàz (2338 mt), pareti riservate a pochissimi, grandissimi, alpinisti (Reinold Messner, Riccardo Bee, Lorenzo Massarotto e i nostrani “Quattro gatti” Marco Toldo e Diego Dellai), meritando così il nome di “Valle dei giganti”. Questo percorso è anche chiamato il “sentiero del Dottor” perché ripercorre un itinerario individuato e attrezzato dal Presidente del CAI di Treviso Giulio Vianello (detto appunto “il dottor”) nel 1925 al fine di mettere in comunicazione la Val Canali con la Valle di San Lucano attraverso la Forcella dell’Orsa e la Val d’Angheràz. Nell’ultima parte del percorso poi si attraverserà il desolato e “lunare” altopiano delle Pale, unico nel suo genere, da cui ha preso spunto Dino Buzzati per comporre “IL DESERTO DEI TARTARI”.

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Cima d’Asta – 22 giugno

Escursionismo

Dal parcheggio seguire il segnavia n. 327 per il Rifugio Brentari. Si percorre la stradina sterrata di fondovalle fino alla stazione inferiore della teleferica del rifugio, poi un buon sentiero (segnalazioni visibili su alberi e rocce, anche con copertura nevosa). Si risale il vallone e si aggira il gradino roccioso che lo chiude per pendii a sinistra. Si continua per facili dossi e pendii fino al Rifugio Brentari. Fin qui circa 3h. Dal rifugio si aggira a sinistra l’ampio lago di Cima d’Asta e si raggiunge l’evidente breve canale (dei Bassanesi) posto a sinistra della vetta. Lo si risale facilmente (35-40°), tenendosi sulla destra di un torrione che lo divide in due rami, e sbucando sulla nevosa cresta Ovest di Cima d’Asta. Con altri 200 m di dislivello (tratti a 40°; gli ultimi metri possono essere un po’ affilati) si giunge in vetta (nei pressi, piccolo bivacco). Circa 1h30/2h dal rifugio. Discesa per la via di salita, o per la via normale: si scende dalla parte opposta (Est; prima stando a sinistra poi traversando a destra, evitando un pendio più ripido) raggiungendo con una breve risalita (40°) la cosiddetta Forzeleta, che immette nuovamene sugli ampi pendii meridionali i quali, percorsi rimanendo sulla sinistra, riportano al rifugio (1h30/2h). 

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