Laghi del Cevedale – 21 luglio

Escursionismo

Punto di partenza è Malga Prabon (1.972 m), che si raggiunge da Cogolo di Peio tramite strada asfaltata (10 km); ci troviamo nel Parco Nazionale dello Stelvio. Dal parcheggio si imbocca il sentiero SAT 102, che fiancheggia Malga Mare (2.301 m), per poi salire in un bosco di pini cembri fino ad un panoramico pianoro detto Pian Venezia. Da qui la vista spazia sulle cime innevate del Cevedale e sui sottostanti valloni modellati dagli antichi ghiacciai. Sulla sommità di uno sperone roccioso si inizia a scorgere il Rifugio Cevedale «G. Larcher» (2.608 m), che si raggiungerà continuando per il sentiero. Dal rifugio, posto in una posizione ideale per osservare l’ampio e caratteristico ambiente glaciale, saliremo lungo il sentiero SAT 104 fino ad un piccolo passo, per poi scendere in un vasto altipiano, dove sono presenti numerosi laghetti di origine glaciale. Da qui proseguiremo sino all’incantevole Lago delle Marmotte (2.705 m), che è il punto più alto dell’escursione. Lasciato il lago, seguendo il sentiero SAT 123, percorreremo un comodo percorso pianeggiante che passa in prossimità del Lago Lungo e raggiunge le sponde del piccolo Lago Nero, poco prima del bacino artificiale del Càreser (2.603 m). Attraverseremo poi il lago seguendo il muro della diga fino alle costruzioni degli addetti alla sorveglianza. Da qui il sentiero SAT 123 scende tra macereti con numerosi tornanti. Continuando a zig zag, scenderemo in un bel bosco di caratteristici cembri. Con breve deviazione è possibile raggiungere il minuscolo Lago delle Lame (2.275 m). Ritornati sul sentiero, scenderemo passando nuovamente per Malga Mare e poi ancora fino a Malga Prabon.

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Lago di Erdemolo e sentiero delle Creste – 30 giugno

Escursionismo

Si parcheggia vicino al campo sportivo per imboccare il sentiero (325A) che ci porta al park a pagamento di Frotten e da lì, seguendo il sentiero 325, al Lago Erdemolo (1994 m). Dal Lago si raggiunge (se possibile)  il Pizzo Alto  e si scende al Passo del Lago (2213 m). Da qui inizia la traversata di cresta sotto le cime che formano l’anfiteatro attorno al Lago Erdemolo (Monte del Lago, Cima Cavè, Cima delle Lepri). Ai piedi del Sasso Rotto, un’ultima breve salita ci porta alla forcella dalla quale si scende con vista sul rifugio Sette Selle che si raggiunge (1978 m). Discesa con il sentiero n. 343 fino alla località Frotten e da lì a Palù del Fersina.

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Traversata est-ovest delle Pale di S. Martino – 14 luglio

Escursionismo

Qualcosa di grande! Un percorso d’altri tempi, senza appoggi o altre soluzioni, con 1800 metri di montagna, di isolamento e di silenzio. Si respira l’aria delle Dolomiti più tranquille. È sicuramente l’accesso all’altopiano delle Pale più faticoso ma non per questo meno suggestivo. Percorrere la Val d’Angheràz e risalire il Vallon dell’Orsa senza incontrare anima viva è una cosa tanto rara quanto piacevole. L’itinerario proposto, riservato ad escursionisti ben allenati, intende attraversare da Est a Ovest, da Col di Prà (BL) a San Martino di Castrozza (TN), le Pale di San Martino percorrendo la solitaria e selvaggia Val d’Angheràz. Lo strano nome deriva dal tedesco hanger = gancio e si riferisce all’anghier, un attrezzo utilizzato fino alla prima metà del ‘900 dai “menadàs”, i fluitatori di legname, che serviva per spostare i tronchi degli alberi che per comodità venivano traghettati a valle facendoli galleggiare nelle acque impetuose del torrente Tegnas (letteralmente Angheràz significa “Valle del brutto gancio”). Già l’ingresso nella Valle di San Lucano e nel successivo Vallon d’Angheràz obbliga l’escursionista a guardare in alto per ammirare le immani pareti dell’Agnèr (2872 mt) e delle Pale di San Lucano, tra cui spicca lo Spiz di Lagunàz (2338 mt), pareti riservate a pochissimi, grandissimi, alpinisti (Reinold Messner, Riccardo Bee, Lorenzo Massarotto e i nostrani “Quattro gatti” Marco Toldo e Diego Dellai), meritando così il nome di “Valle dei giganti”. Questo percorso è anche chiamato il “sentiero del Dottor” perché ripercorre un itinerario individuato e attrezzato dal Presidente del CAI di Treviso Giulio Vianello (detto appunto “il dottor”) nel 1925 al fine di mettere in comunicazione la Val Canali con la Valle di San Lucano attraverso la Forcella dell’Orsa e la Val d’Angheràz. Nell’ultima parte del percorso poi si attraverserà il desolato e “lunare” altopiano delle Pale, unico nel suo genere, da cui ha preso spunto Dino Buzzati per comporre “IL DESERTO DEI TARTARI”.

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